MÉXICO / Notiziario
ZedilloNon appena lasciata la presidenza del paese, Ernesto Zedillo ha subito trovato nuovi e remunerativi incarichi: presso le Nazioni Unite, la rivista Forbes e le multinazionali Procter & Gamble e Union Pacific Corporation. Quest’ultimo incarico, in particolare, sta suscitando scandalo in México e, forse, avrà un seguito legale. Infatti, in quanto componente della giunta direttiva di tale compagnia, Zedillo percepirà 60 mila dollari l’anno di cui si è impegnato ad investirne metà in azioni della stessa impresa. Orbene, la Union Pacific, che opera in México, USA e Canada, è una delle beneficiarie della privatizzazione delle ferrovie realizzata proprio sotto la presidenza Zedillo. Conflitto di interesse? Macchè! Piuttosto, una... “collaborazione coordinata e continuativa”...
Maquilas/1Circa 2 mila imprese maquiladoras, cioè più del 57% di quelle operanti in México, sono accusate di contrabbando e sono state, quindi, sospese le agevolazioni previste nei loro confronti. Nell’industria maquiladora messicana lavorano circa un milione e 287 mila persone. Le maquilas (pronuncia: machìla) sorgono, soprattutto, nella zona di frontiera con gli USA. Con questo termine si indica una fabbrica in cui del capitale straniero, in via diretta o tramite imprese locali, controlla l’intero ciclo produttivo, per il quale fornisce anche la materia prima di lavorazione - nelle maquilas messicane, solo il 15% è di origine locale –, nonché la commercializzazione finale del prodotto.
Maquilas/2Negli ultimi dieci anni, le maquiladoras che sorgono alla frontiera con gli Stati Uniti hanno seminato nella zona residui tossici per circa 8 mila tonnellate. La legge messicane prevede che ogni fabbrica abbia un suo centro di raccolta di tali scarti, ma il 95% delle maquilas ne è privo. Il 30% di esse asserisce di rispedire i rifiuti tossici negli Stati Uniti. Tuttavia, il restante 70% sostiene di non sapere che fine facciano. L’inquinamento di questa fascia densamente popolata è causa di incremento di varie malattie, anche congenite, nonché di proteste dei cittadini di entrambi i lati della frontiera.
CancroNel Distretto Federale la percentuale di donne morte per cancro al seno è quasi del 57% superiore – 23,3 casi ogni 100 mila donne – alla media nazionale (14,8%). Ogni anno, in México muoiono 3 mila donne per cancro al seno; altre 4.500 circa, per tumori all’utero. Queste due malattie sono le principali cause di morte fra le donne in età superiore ai 25 anni.
FarfalleOgni anno è una carneficina. Ai primi di novembre, le farfalle monarca arrivano in México a milioni, persino dal Canada, per ripartire in marzo. Tuttavia, la progressiva distruzione dei boschi di oyameles, una specie di pino della regione, sta sconvolgendo sempre più l’habitat di queste farfalle. Quest’anno, poi, la demenzialità umana ha messo in mostra il suo lato più crudele: per mettere le mani su di una zona boschiva protetta di 561 km2, i predoni hanno irrorato pesticidi sulle farfalle che vi svernavano. Nel novembre scorso, prima di lasciare la presidenza, Ernesto Zedillo aveva portato a 52 mila ettari complessivi i 5 “santuari” protetti per la riproduzione di questo tipo di farfalle. La scelta era supportata da uno studio che dimostrava come il 44% del bosco originario di quelle zone sia andato distrutto dal 1971. Oggi, con ogni probabilità, quella percentuale è ancora superiore.
LavoroIn México, la domanda di lavoro cresce al ritmo annuale di 1,1 milioni di posti. Secondo dati ufficiali, nel periodo 1997-2000 l’economia messicana ha creato una media di 158 mila posti di lavoro formali per ogni punto percentuale di crescita reale del prodotto interno lordo. In questo senso, l’economia messicana dovrebbe crescere del 7% per coprire l’attuale domanda di posti di lavoro. Tuttavia, le previsioni di crescita parlano di un 3% nel 2001, nel migliore degli scenari.
Debito esteroIl debito estero messicano ascende a 149,1 miliardi di dollari, superato in America Latina solo dal Brasil, che “vanta” 221,8 miliardi di dollari. Il debito estero messicano è per il 33,4% nei confronti degli Stati Uniti e per il 20,6% verso istituzioni multilaterali. Il debito non è comunque solo pubblico; quello accumulato dai privati è pari al 42,7% del totale. Ed è proprio quest’ultimo a destare le maggiori preoccupazioni, in quanto mentre il primo è relativamente sotto controllo – soltanto il 5% di esso è a breve scadenza –, il secondo è cresciuto ad un ritmo di quasi l’11% negli ultimi dieci anni.
DeficitNel 2000, la bilancia commerciale messicana ha registrato un deficit di oltre 8 miliardi di dollari, con un aumento del 44,2% rispetto al 1999. Il valore delle esportazioni è, infatti, salito a oltre 166 miliardi di dollari, con una crescita del 22% rispetto all’anno prima. Le importazioni, però, sono cresciute anch’esse di quasi il 23%, superando i 174 miliardi di dollari. La caduta del prezzo del petrolio, di cui il México è uno dei principali produttori al mondo, il “rallentamento” dell’economia negli Stati Uniti la crescita della domanda interna, sono indicate fra le cause principali dell’aumento del deficit commerciale.
TecnologieTecniche di “ferti-irrigazione”, sperimentate con successo da Israele nel trasformare zone desertiche in appezzamenti ad alta produttività agricola, si stanno diffondendo in México e altri paesi latinoamericani alle prese con problemi di siccità, aridità dei suoli e progressiva desertificazione. La tecnica muove da un principio tutto sommato semplice: far coincidere l’irrigazione con la fertilizzazione della pianta, mediante un sistema di tubature che fa sgocciolare, al contempo, acqua e sostanze nutritive studiate per ogni tipo di pianta e suoli. Ciò contribuisce, inoltre, ad abbassare i costi. Peccato che nel metterlo in pratica in patria, qualche volta Israele tolga l’acqua ai palestinesi...
CarneNel quadro del “mercato libero” nordamericano, il México è diventato il principale compratore di carne bovina statunitense: qualcosa come 420 mila tonnellate l’anno, cui però se ne aggiungerebbero altrettante che arrivano sul mercato messicano saltando ogni controllo doganale. La carne made in USA, peraltro ricca di ormoni, costa meno di quella messicana e soddisfa ormai l’80% della domanda interna. Di conseguenza, è in crisi l’allevamento nazionale, con il rischio che 4,7 milioni di posti di lavoro, diretti e indiretti, vadano persi in gran parte.
AgricolturaNel 2000, il deficit nella produzione alimentare ha superato le 10 milioni di tonnellate. Di questo passo, se non saranno apportate correzioni di rotta – di cui non c’è traccia nella politica di Vicente Fox Quesada, anzi... – alla fine del suo mandato è probabile si superino i 13 milioni di tonnellate. México è il più grande importatore di granaglie in America Latina, mais e grano soprattutto, importati per oltre 50 milioni di tonnellate dal 1995 ad oggi, cui si aggiunge una quota difficilmente quantificabile ma significativa di contrabbando. Fra le cause della caduta produttiva, una sbagliata politica agraria – basti pensare che il governo sussidia tutti i produttori, compresi quelli ricchi, in base alla superficie coltivata... –, il degrado dei suoli delle aree coltivabili e la perdita di fonti di acqua a seguito della deforestazione. In questo senso, per ricavare risorse da investire nel settore rurale, un gruppo di accademici della Università Autonoma di Chapingo propone l’applicazione di una “tassa Tobin” sulle transazioni finanziarie nella Borsa Valori di Ciudad de México. Nelle campagne messicane, l’81,5% della popolazione vive in condizioni di povertà, e di essa il 55,3% in miseria. La popolazione rurale in México è di 24,5 milioni di persone. Il settore economicamente attivo è pari a 10,7 milioni persone: di queste, 6,6 milioni sono braccianti senza terra (61,6%), mentre solo il 10% dei coltivatori gode di sostegno tecnico e tecnologico alla produzione.
RimesseNegli ultimi dieci anni, i messicani emigrati negli USA hanno inviato ai loro familiari nella patria di origine, qualcosa come 45 miliardi di dollari. Soltanto nel 2000, le rimesse hanno superato i 6 miliardi di dollari. I messicani residenti negli Stati Uniti si calcola siano 8 milioni, cui si aggiungono circa 22 milioni di statunitensi di origine messicana. In tutto, l’8% della popolazione USA e il 22% di quella messicana. Gli alti costi di transazione delle rimesse e la crescente dipendenza delle famiglie povere messicane dai dollari ricevuti dall’estero fa sì che poca parte di tale ingente somma venga investita in attività produttive, quanto in articoli di consumo, primario e non.
EmigrazioneIl traffico di indocumentados procura alle varie mafie che lo gestiscono circa 10 miliardi di dollari all’anno, secondo stime ufficiali.
ScuolaL’abbandono nelle scuole medie inferiori ha raggiunto quasi il 10%. Ma in alcuni Stati della federazione messicana il panorama è ancor più preoccupante: in Oaxaca, per esempio, quasi il 21% dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo.
AnalfabetismoA livello nazionale, l’analfabetismo tocca il 10% della popolazione adulta, circa 6,6 milioni di persone. Tuttavia, in alcuni Stati a forte presenza indigena, l’indice più che raddoppia: in Chiapas (23,1%), Guerrero (21,4%) e Oaxaca (20,4%). La punta più bassa di analfabetismo la detiene invece lo Stato di Nuevo León (3,5%).
Università/1Nonostante l’Università di Harvard abbia precisato che il presidente messicano Vicente Fox non ha frequentato le sue facoltà e, di conseguenza, mai ottenuto un diploma da questa istituzione accademica, alla pagina Internet della presidenza della Repubblica, fra le note biografiche sul presidente si continua a leggere che questi «cursó el Diplomado de Alta Gerencia impartido por profesores de la Escuela de Negocios de la Universidad de Harvard en Boston, Massachusetts en los Estados Unidos». Una dizione che non scioglie il dubbio: ma Fox ha seguito corsi universitari in quella città? A quanto pare, scrive la rivista Forbes, nel 1968, la Coca-Cola contrattò alcuni professori della Harvard Business School perché impartissero brevi seminari ai propri dipendenti in México, fra i quali c’era allora Vicente Fox. Ma, forse, ciò non basta per fregiarsi del prestigioso diploma di Harvard. Chissà se Fox ha mai sentito parlare del CEPU...
Università/2Il 19% della popolazione messicana, fra 20 e 24 anni, frequenta l’università. In America Latina, c’è chi fa meglio: Argentina (43%), Bolivia (23%) ed Ecuador (20%). In confronto, in Canada e USA le percentuali sono del 69 e 70%, rispettivamente. Le studenti sono poco meno della metà (47%).
LingueIn epoca preispanica, i 5 milioni di abitanti che abitavano in México parlavano circa 200 lingue. Oggi, gli indigeni rappresentano il 10% della popolazione del paese, mentre il numero di lingue indigene è sceso a 62. Di queste, 21 sono in pericolo di estinzione, essendo parlate da meno di un migliaio di persone per comunità, sostiene l’Istituto Nazionale Indigenista (INI). Baja California, Chiapas, Campeche, Quintana Roo, Veracruz, Oaxaca, Chiapas, Sonora, Chihuahua e lo Stato di México sono le regioni in cui si concentrano i popoli indigeni la cui esistenza, non solo linguistica, è a rischio. I casi più gravi sono quelli degli aguatechi dello Stato di México, che in soli 5 anni hanno visto scendere da 118 a 24 il numero di persone ancora in grado di parlare nella lingua originaria. I kiliwua di Baja California sono rimasti in appena 44. I lacandoni del Chiapas, 59. Ci sono, poi, i techi, di Veracruz, i cochimí in Baja California, gli ixil in Quintana Roo e Campeche, i kumiai di Baja California: tutte queste etnie conservano fra 100 e 200 persone ancora in grado di parlare nella lingua dei loro avi. Fra i paipai di Baja California, i motocintlechi del Chiapas; i cakchiquel e i quiché di Quintana Roo, gli ocuiltechi dello Stato di México, va un po’ meglio: 200-300 persone. Sotto i mille, sono i kikapú di Coahuila, i seri di Sonora, gli jacaltecos di Campeche e Chiapas, i kekchí di Campeche e Quintana Roo, i pima di Sonora e Chihuahua e i matlazinca dello Stato di México. Queste cifre contrastano – per fortuna! – con i 776.824 maya-parlanti censiti in Yucatán, Quintana Roo, Campeche, Baja California, Coahuila e Veracruz; le 418.585 persone che parlano zapoteco e i 393.068 che parlano il mixteco. In ogni caso, per tutte le 62 le lingue indigene messicane tende a ridursi il numero di persone che le parlano, essendo ormai lo spagnolo la lingua più diffusa anche fra gli indigeni. I bilingui sono passati negli ultimi 70 anni, da un milione e 65 mila persone a 4 milioni 237 mila, tanto che quanti parlano la sola lingua degli avi sono rimasti la metà della popolazione indigena del paese. Oaxaca è lo Stato con il maggior numero di persone che parlano una lingua indigena: circa 700 mila. Seguono il Chiapas e Veracruz, con oltre 300 mila ciascuno; quindi, Puebla, Guerrero e Hidalgo, con oltre 200 mila. Secondo l’INI, senza una politica di conservazione delle lingue in pericolo di estinzione, queste scompariranno entro 25 anni, mentre le altre continueranno la loro tendenza calante.
CulturaA metà marzo, lo storico messicano Miguel León-Portilla è stato insignito del premio “Bartolomé de Las Casas” 2001, conferito dal governo spagnolo, per i suoi studi sulla lingua e cultura náhuatl.
LetteraturaLa giornalista e scrittrice messicana Elena Poniatowska ha ricevuto a Madrid il premio Alfaguara, del valore di 175 mila dollari, per il romanzo La piel del cielo, in cui narra la storia di un uomo affascinato dall’astronomia che cerca nella scienza risposte sulla vita e sul mondo. Poniatowska, 68 anni, nata a Parigi e fuggita in México allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è considerata una delle voci più critiche del suo paese. In un suo famoso libro, La noche de Tlatelolco, denunciò il massacro degli universitari perpetrato nel 1968 a Ciudad de México. D’altro canto, ad Alí Chumichero è andato il premio nazionale di poesia, dell’Istituto Messicano di Cultura.
ArtigianatoIl premio UNESCO per l’artigianato in America Latina e nei Caraibi è andato ad un indigena amuzga messicana Florentina López de Jesús, per un huipil – il tradizionale mantello delle donne indie - che raffigura una cosmogonia indigena, con l’obiettivo di tramandarla alle giovani generazioni. Il mantello ha richiesto un anno di lavoro per la tecnica usata. Il cotone utilizzato è frutto di coltivazioni biologiche, così come i colori sono naturali.
CriminalitàNel 2000, i sequestri di persona ufficialmente “dichiarati” sono stati 393. Ma, secondo fonti ufficiose, sarebbero in realtà almeno il triplo, dato che in due casi su tre non verrebbero denunciati per timore di rappresaglie.
NarcotrafficoIl 65% della cocaina destinata al mercato nordamericano nel 2000 è passata clandestinamente per la frontiera messicana, sostiene l’ultimo rapporto della Drug Enforcement Agency (DEA), presentato al Congresso statunitense. Dalla Colombia, prevalentemente, attraversando l’istmo centroamericano, la droga arriva nelle mani dei “cartelli” messicani che si incaricano, quindi, di farla entrare negli USA. Il rapporto segnala anche un aumento del traffico di eroina, sia di produzione messicana che proveniente da altre zone del mondo. Nel 2000, poi, sono stati smantellati in Baja California, 13 laboratori in cui si producevano metanfetamine; dieci in più di quelli smantellati nel 1999, segno di una maggiore efficacia repressiva, ma anche di un maggiore radicamento del fenomeno.
ArcheologiaResti di numerose piramidi e di un campo per il gioco della palla, risalenti al periodo classico (350-400 d.C.) della cultura totonaca, con influenze azteche, sono stati scoperti nella zona di Veracruz. D’altro canto, dopo 16 anni di attesa e investimenti, il México si è finalmente dotato di un nuovo e più moderno laboratorio per la datazione dei reperti mediante il metodo del carbonio 14.