«Abbiamo fatto germinare le nostre idee per imparare a sopravvivere in mezzo a tanta fame, per difenderci da tanto scandalo e dagli attacchi, per organizzarci in mezzo a tanta confusione, per rincuorarci nonostante la profonda tristezza. E per sognare oltre tanta disperazione.»
Da un calendario inca degli inizi della Conquista dell'America.
Un militante dell'FMLN (Fronte “Farabundo Martí” di Liberazione Nazionale: il partito sorto dalle organizzazioni guerrigliere degli anni '80) aveva così commentato i risultati del primo turno, il 2 Febbraio scorso: “Non abbiamo vinto per un pelo”. Il Fronte, infatti, si era fermato poco sotto la metà dei voti validi. La sera del 9 Marzo, dopo il ballottaggio, lo stesso attivista ha commentato: “Abbiamo vinto per un pelo”. Infatti, pur facendo registrare il più alto numero di voti mai ottenuto da un partito nella storia elettorale del Paese, solo per una manciata di voti il candidato della sinistra, Salvador Sánchez Cerén, ha prevalso su Norman Quijano, candidato di ARENA (l'Alleanza Repubblicana Nazionalista, il partito dell'estrema destra). L'FMLN ottiene, dunque, la Presidenza della Repubblica. Ma, con un Paese politicamente spaccato in due, i compiti del nuovo governo non si annunciano certo facili.
Di Elaine Freedman. Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.