NICARAGUA/ Trump rompe gli indugi e sale la tensione
A fine 2017, Washington ha sentenziato che le elezioni municipali svoltesi in Nicaragua in Novembre sono state viziate da irregolarità e violenze. Quindi, in applicazione del Global Magnitsky Human Rights Accountability Act, gli Stati Uniti hanno sanzionato niente meno che il presidente del Potere Elettorale nicaraguense, Roberto Rivas, accusato di corruzione. Infine, vari senatori repubblicani e democratici hanno presentato in Senato il Nicaraguan Investment Conditionality Act per la sua definitiva approvazione. Tutto ciò, nel giro di 72 ore. Da allora, il governo nicaraguense con i suoi alleati dell'impresa privata vivono nell'attesa di capire quale sarà la prossima mossa della Casa Bianca.
Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.
Le relazioni del governo di Daniel Ortega con il governo degli Stati Uniti non sono mai state così tese negli ultimi undici anni. Ed anche l'alleanza fra Ortega e il Consiglio Superiore dell'Impresa Privata (COSEP) non era mai stata in forse come ora. E siccome né il governo, né tale alleanza, possono più contare sulla generosa cooperazione venezuelana, tutto diventa più complesso. A fine 2017, un secchio d'acqua gelida è caduto in testa a quanti, del governo e dell'impresa privata, si erano fino ad allora affannati a dire che la crisi con Washington era “gestibile”. Ormai non lo dicono più, anche se lo sperano.