NICARAGUA / “La storia delle relazioni del Fronte Sandinista con la religione è sempre stata contraddittoria”
Rafael Aragón, religioso dell'Ordine dei Predicatori, traccia una breve storia delle relazioni del Fronte Sandinista con il fenomeno religioso, dalle sue origini ad oggi, evidenziandone le fasi e i momenti pieni di contraddizioni.
Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.
Il 29 Novembre 2017, il presidente Daniel Ortega inviava all'Assemblea Nazionale (il parlamento monocamerale nicaraguense, ndr) una proposta di legge con carattere d'urgenza per dichiarare «le festività in onore della Purissima Concezione di Maria Patrimonio Storico e Culturale della Nazione». Le festività comprendevano tutte le tradizioni legate a questo dogma mariano: la novena alla Vergine, la tradizionale gritería del 7 Dicembre (così detta perché al termine dei canti che i fedeli intonano davanti agli altarini eretti in strada o in casa, arriva immancabile il “grido”: “chi causa tanta allegria?”, al che tutti rispondono “la Concezione di Maria”, ndr) e la festa in onore della Vergine del Trono che si tiene a El Viejo (nei pressi di León, un centinaio di chilometri a nord-ovest della capitale Managua, ndr).
La vicepresidente Rosario Murillo annunciava, quindi, la «buona notizia» che il 5 Dicembre la proposta sarebbe stata approvata: «Ormai è ora», dichiarava nella sua quotidiana trasmissione radiofonica.
La reazione della gerarchia cattolica è stata ferma e unanime: i vescovi hanno scritto al presidente Ortega manifestando la propria opposizione in tal senso, argomentando come non sia competenza dello Stato tale proclamazione. Su pressione dei vescovi, quindi, il 4 Dicembre 2017, il governo ha ritirato il progetto di legge.