NICARAGUA / La resistenza contro la strategia del terrore
Prosegue la nostra cronaca dell'insurrezione civica iniziata nello scorso Aprile: in quest'articolo, analizziamo gli eventi occorsi nel mese di Giugno. Daniel Ortega continua afferrato al potere e, pur di non cedere, ha optato per la strategia del terrore, con conseguente aumento dei crimini commessi dalle forze a lui leali in tutto il Paese. Tuttavia, si avvertono i primi segnali che il mondo comincia a rendersi conto di quanto stia accadendo in Nicaragua: tale consapevolezza è essenziale perché la lotta dei nicaraguensi abbia successo. In ogni caso, il Paese non tornerà più alla “normalità”, a com'era prima del 18 Aprile, come pretenderebbe Ortega a fucilate...
Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.
Da quando, il 30 Maggio, il regime ha sparato sulla folla convenuta per la manifestazione della Giornata delle Madri, la lotta civica ha dovuto fare i conti con la strategia del terrore scelta da Ortega per soffocare la ribellione. Forze di polizia e paramilitari si sono scatenate in tutto il territorio nazionale, provocando morti e feriti, catturando e arrestando illegalmente quanti, a quella data, risultavano aver partecipato “alle proteste” o “ai posti di blocco”.