Il Giornale di Vicenza, 21 Maggio 2006
Sul pldm "Cosa vuol dire "laicità", oggi?", svoltosi l'8/5/2006.
Il vaticanista di “Repubblica” a “Primo lunedì del mese”
«La Chiesa deve dire la sua poi le coscienze decidono»
(c. m.) Laicità sì, laicità no. Alla domanda se l’Italia può definirsi un paese laico Marco Politi, vaticanista di Repubblica e ospite dell’incontro Primolunedìdelmese, ha risposto che la situazione del nostro Paese è complessa.
La Chiesa infatti vuole servirsi delle leggi dello Stato per affermare la propria visione del mondo, impedendo ai cittadini di scegliere liberamente.
«Un esempio è stato l’intervento di alte cariche ecclesiastiche che hanno incitato i cattolici a non votare per il referendum sulla fecondazione artificiale» ha proseguito Politi «in un Paese dove la Costituzione tutela la distinzione tra Stato e Chiesa non è ammissibile un’influenza ecclesiastica. Inoltre il ceto politico, invece di opporsi, appoggia la Chiesa e ritiene che essa possa giocare un ruolo determinante, spostando voti da una parte o dall’altra».
Il dibattito è proseguito affrontando i temi dell’attualità e i relatori hanno sottolineato che nella nostra società ci sono molte religioni e la laicità è il metodo giusto per riuscire a vivere in armonia. Come ha spiegato Carlo Rubini, collaboratore della rivista Esodo, la laicità è un problema tutto italiano, poiché nella nostra penisola la presenza della Chiesa ha pesato anche in ambito politico.
Politi ha riportato la definizione di laicità proposta dal cardinale Ruini: «la laicità è la legittima autonomia dalla sfera religiosa delle realtà temporali» e ha sottolineato che proprio la totale separazione tra le decisioni politiche e quelle religiose è ciò che accomuna le diverse interpretazioni della laicità nei vari momenti storici.
Per il vaticanista su Pacs e aborto, la Chiesa può esprimere la sua opinione, ma deve lasciare ai cittadini - anche se cattolici - l’opportunità di agire secondo coscienza.