Locandine promemoria 2003
Anno VI - Incontro n. 411 Dicembre 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
Lavoro minorile e infanzia negata
In tutto il mondo, si stimano in 250 milioni i bambini lavoratori. È un binomio, quello di lavoro e infanzia, al quale l’opinione pubblica occidentale non è abituata. È noto, invece, come il lavoro minorile sia una realtà diffusissima in molti paesi del Sud del mondo, e non solo in quelli, se è vero che anche nella benestante Europa, dove dopo dure lotte dei movimenti dei lavoratori si giunse,all'inizio del XX secolo, all'abolizione del lavoro minorile, sono ancora moltissimi i casi di bambini sfruttati in vari tipi di lavori, quando non nell'accattonaggio. I bambini vanno, certo, difesi, tutelati e aiutati. Senza dimenticare, tuttavia, che in molti situazioni nel mondo il lavoro rappresenta per quei bambini - e per le loro famiglie - l’unica possibilità di sostentamento e, in qualche caso, di emancipazione. In questo drammatico e complesso contesto stanno emergendo varie esperienze di tutela dei diritti dei minori, anche molto diverse tra di loro. Tutte, però, con un denominatore comune: riconoscere ai bambini e agli adolescenti il ruolo di protagonisti nella lotta per la propria emancipazione dallo sfruttamento e per la loro crescita umana. Da una parte, abbiamo presentato l'esperienza di Italia-NATs, coordinamento tra numerose associazioni italiane che sostengono le esperienze di autoorganizzazione degli stessi bambini e adolescenti lavoratori, nate in America Latina già a metà degli Anni '70 e poi estesesi anche in Africa e in Asia, il cui obiettivo prioritario è il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei piccoli lavoratori e delle proprie famiglie. La particolarità di tali esperienze è che il lavoro minorile non viene visto come negativo in séé, quando svolto in condizioni dignitose, non di sfruttamento. Dall'altra, abbiamo sentito la voce delle associazioni e delle organizzazioni sindacali impegnate, più direttamente, sul versante dell'emancipazione dei bambini e degli adolescenti dal lavoro in età scolare, riunite nella Global March against Child Labour, che ha come obiettivo quello di dare voce a bambini salvati dallo sfruttamento e ai quali è stata data la possibilità di ricevere un istruzione, e che ora intendono assumere un ruolo da protagonisti per diffondere la consapevolezza sui diritti dell'infanzia
- Viviana Campelli, del coordinamento della Global March against Child Labour, Mani Tese
- Aldo Prestipino, presidente di ASOC e vicepresidente di Italia-NATs
- Anyela Yarmin Castañeda Rueda, bambina lavoratrice tredicenne colombiana
- Alejandro Martínez Rodríguez, del movimento colombiano di bambini e adolescenti lavoratori organizzati Pequeño Trabajador
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud-Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete di Lilliput; WWF
Anno VI - Incontro n. 403 Novembre 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
"L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". O no?
In quest’epoca di fragile memoria storica, la domanda può suonare persino retorica. Non si tratta, però, di un quesito rivolto al passato ma al futuro: il lavoro è ancora elemento costitutivo dell’identità di uomini e donne, la chiave che garantisce l’accesso alla piena cittadinanza? Come stanno, dunque, cambiando le tipologie dei rapporti di lavoro, il modo di lavorare e, di conseguenza, le nostre stesse vite? Le differenze tra lavoro "tradizionale" e "nuovi lavori" tendono a creare discriminazioni tra nuove e vecchie generazioni, tra "garantiti" e "precari": con quali conseguenze sociali? La precarizzazione dei rapporti di lavoro, in Italia come nel mondo, risponde ad un disegno "globale" di indebolimento anche delle rappresentanze del mondo del lavoro? Dalla centralità del lavoro alla centralità del mercato di capitali: è quel che vorrebbe sancire la Costituzione europea? Che riflessi hanno le trasformazioni sociali ed economiche a livello globale sul piano locale?
- Giancarlo Corò, docente universitario, esperto di politica economica
- Gaetano Zilio Grandi, docente universitario, esperto di diritto del lavoro.
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud-Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete di Lilliput; WWF
Anno VI - Incontro n. 396 Ottobre 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
Dopo Cancún: e adesso?
Il 5° Vertice ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, svoltosi a Cancún in Messico, in Settembre, si è chiuso con un nulla di fatto. Ma, chi ha davvero "vinto" e chi ha "perso" in questa occasione? Di conseguenza, ottenendo o perdendo "cosa"? Se tutto è rimasto come prima, c’è poco da gioire - verrebbe da pensare - per chi vuol cambiare le regole del gioco. Ma, le cose non stanno così. Dopo il fallimento del vertice, gli scenari non sono più gli stessi. Il negoziato sul commercio internazionale è, nei fatti, di fronte ad un bivio. Da una parte, gli Stati Uniti confermano che andranno avanti, a modo loro, con accordi bilaterali con quei Paesi che "ci stanno", che accettano cioè le regole imposte da Washington. Dall’altra, il Sud del mondo ha davanti la difficile sfida di non presentarsi in ordine sparso al tavolo dei negoziati con il Nord. Nel quale, ci sono anche l’Europa e l’Italia, che a Cancún, forse, hanno subito lo smacco più cocente. E c’è anche il variegato arcipelago dei movimenti new global, per i quali Cancún dimostra che "un altro mondo è possibile". Intanto, la crisi del commercio internazionale si fa sentire anche nelle aree tecnologicamente più avanzate e globalizzate del pianeta; persino, nel "mitico" Nord-Est italiano. Con quali prospettive?
- Roberto Meregalli, coordinatore nazionale della Campagna "Questo mondo non è in vendita", Rete di Lilliput
- Paolo Gurisatti, docente di economia all’Università di Padova
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud_Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete Lilliput; WWF
Anno VI - Incontro n. 385 Maggio 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
Vicenza: politica e società alla verifica del voto
Il 25 maggio e 8 giugno 2003 saremo chiamati a esprimerci sul governo della città. In questo contesto, il primolunedìdelmese intende proporti non già un incontro di propaganda elettorale a favore di questo o quel candidato, ma, com'è nel suo stile maturato in questi cinque anni di esperienza, un appuntamento di riflessione sul futuro della nostra città e sui temi che ci stanno a cuore. Quello di Vicenza è per prima cosa un voto amministrativo; e certo non mancano gli argomenti per riflettere sul governo della "cosa pubblica" vicentina. Tuttavia, mai come prima, le tematiche della globalizzazione (dei mercati, ma anche della solidarietà), della pace (basti pensare al numero di bandiere ancora alle finestre in una città che si è scoperta retrovia nella recente guerra in Iraq), della partecipazione democratica (di cui fa testo il variegato e ricco arcipelago dell'associazionismo) sono ormai entrate a far parte dell'agenda politica di tutti i soggetti sociali: dal mondo dell’impresa ai sindacati; dai partiti ai movimenti; dalle istituzioni pubbliche a quelle della società civile organizzata. Che città è quella che oggi torna alle urne? Quanto e come è cambiata in questi anni? E con lei il contesto che la circonda? Viviamo e lavoriamo meglio o peggio che in passato nella nostra città? Quali dinamiche sociali si profilano all'orizzonte?
- Ilvo Diamanti, sociologo ed editorialista
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud-Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete di Lilliput; WWF
Anno VI - Incontro n. 377 Aprile 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
Iraq: non sarà un’avventura
Sarà breve o lunga, questa guerra è già durata troppo. E andrebbe fermata subito, restituendo un ruolo ad una politica, se non di pace, almeno di mediazione. Illusione? Forse. Anche perché questa guerra "preventiva" ha già fatto strage, non solo di soldati e popolazione civile iracheni, ma anche dell’ONU, dell’Unione Europea, del diritto internazionale e, pure, della - a noi più vicina e cara - Costituzione italiana. Ma, proprio per questo, più che disquisire della durata di questa guerra, confidando che un suo esito militare abbia poteri taumaturgici, varrebbe la pena cercare di capire se e quale soluzione politica essa possa avere. E quindi, quale ruolo potrebbero - e dovrebbero - esercitare governi e parlamenti del mondo, partiti nazionali e movimenti internazionali, perché il Medio Oriente non resti intrappolato in una spirale di violenza, destabilizzante per il mondo intero, e che la discussione sul dopoguerra non sia ridotta ad un mercanteggiamento su chi dovrà gestire la ricostruzione, con relativi contratti, o controllare il petrolio iracheno
- Felice Carlo Besostri, ex senatore, esperto di questioni internazionali
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud-Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete di Lilliput; WWF
Anno V - Incontro n. 363 Marzo 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
Guerra, energia, economia: tre sorelle?
È guerra per il petrolio, ma non solo. La dottrina dell’attacco preventivo riflette, infatti, anche una precisa strategia di sviluppo a lungo termine, fondata sul primato in campo economico del complesso industriale militare più grande, potente e devastante che sia mai esistito. Ma, "sviluppo" di cosa, di chi e per chi? Ecco perché lottare per la pace, oggi, significa porsi questi interrogativi e cominciare a praticare stili di vita, modi di produzione e sistemi di lavoro più umani, più armonici con ciò che ci circonda, più giusti
- Francesco Terreri, giornalista, collaboratore della rivista Altreconomia, presidente di Microfinanza
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud-Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete di Lilliput; WWF
Anno V - Incontro n. 353 Febbraio 2003, ore 20:30, ai Carmini, in corso Fogazzaro 250, Vicenza
Agenda di pace e venti di guerra: politica e movimenti dopo Porto Alegre /3
Da un lato, c’è il mondo di chi lotta contro la fame e la povertà e si batte per un giusto ordine internazionale. Dall’altro, quello di chi vuol fare la guerra anche per assicurarsi uno standard di vita ormai evidentemente insostenibile. Ma se "un altro mondo è possibile", questi due mondi sono senz'altro incompatibili. Uno degli effetti (e forse degli obiettivi) dell’attuale escalation guerrafondaia è cercare di mettere la sordina alla crescente presa di coscienza in questo senso di gran parte del Sud e, pure, del Nord. Se ciò costituisce, di per sé, un buon motivo per ritrovarci, per sentire dalla viva voce di chi è stato al terzo Forum Sociale Mondiale come siano andate le cose, ancora più urgente pare interrogarci tutti - partiti, sindacati, movimenti, chiese, società civile, cittadinanza - sulla nostra agenda di pace. Che grazie a Porto Alegre può oggi avere un respiro e un'incidenza mondiali, ma che va tradotta in scelte politiche e personali, qui ed ora
- Alfredo Somoza, presidente dell’Istituto di Cooperazione Economica Internazionale (ICEI)
- Alberto Tridente, già sindacalista ed europarlamentare
- Testimonianze di vicentini di ritorno da Porto Alegre.
Promosso da: Alternativa Nord/Sud per il XXI secolo (coordinamento); Amici del Guatemala; ACRA; ASOC; AGESCI; Associazione Lomasanta; CGIL; CISL; Cooperativa UNICOMONDO; Granello di Senape; Gruppo Sud-Nord Araceli; Gruppo Tanzania; LEGAMBIENTE; Lega Obiettori di Coscienza; Movimento Gocce di Giustizia; Salaam - I ragazzi dell’Olivo; Rete di Lilliput; WWF